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Il cervello più che il cuore…

IL CERVELLO PIU' CHE IL CUORE...


Sarà capitato a tutte, almeno una volta nella vita, di incontrare un Casanova, quello che ti fa credere, fin dal primo appuntamento che tu sia tutto ciò che ha sempre cercato, che tu sia speciale , che come gli fai battere il cuore tu nessun’altra mai…e tu, incredula, ma pervasa da quella felicità delirante che tanto osannava Anthony Hopkins nel film “ Vi presento Joe Black” , stai già pensando alla coppia di nibbi reali… Purtroppo pero’ l’incantesimo solitamente svaniva quando scoprivi che le stesse cose che diceva a te le diceva ad un numero imprecisato di altre persone , ( talvolta addirittura a tua sorella o alla tua migliore amica…) probabilmente “nello stesso modo … con le stesse parole”.
Possibile anche che fosse di quelli che acquistano gli stessi regali per tutte, che chiamano tutte “tesoro” per evitare confusione con i nomi e che mandano a tutte la stessa foto di loro che giocano con il cane o il nipotino per suscitare tenerezza .
I Casanova più maldestri tuttavia spesso vengono smascherati brutalmente o si ingarbugliano nella rete che loro stessi hanno tessuto con tanta pazienza e dedizione. Ecco però il colpo di coda che regala al malcapitato la patente di Casanova ( ancorchè da strapazzo…) : le scuse e il recupero. Un po’ come un pescatore che getta l’amo con la pastura giusta e aspetta…che il pesciolino abbocchi…
Inizia un monologo lacrimoso e lacrimevole sulle sue debolezze, sul fatto che probabilmente è a causa della sua infanzia infelice se non riesce ad essere fedele o ad avere una relazione stabile. Lui non lo vorrebbe ma …”è più forte di lui” . ( 1 step)
E’ felice. Si , perché pur sapendo di averti fatta soffrire , di averti ingannata è felice perché tu , con la tua dolcezza, con la tua intelligenza e con la tua sensibilità lo hai scoperto e adesso che tu sai, finalmente lui potrà farcela, potrà, col tuo amore e la tua pazienza, CAMBIARE…e diventare l’uomo che tu cercavi e che credevi che fosse. Tu sei la sua UNICA ancora di salvezza. ( 2 step)
Senso di colpa. SOLO TU puoi aiutarlo a cambiare e solo tu sei l’unica donna che lui abbia mai amato in tutta la sua vita. Vivrà solo per farti felice e farsi perdonare. Se tu lo lasci la sua vita finisce, potrebbe anche commettere un gesto estremo. ( 3 step)
Quante volte ancora vi sarà capitato nella vita o nel lavoro di incontrare persone che sprizzanti entusiasmo da tutti i pori e portatori sani del bacillo dell’ottimismo e del “ è un segno del destino se ci siamo incontrati, perché nulla accade per caso…” vi hanno fatto pensare di aver trovato il migliore amico, il perfetto partner professionale o la fidanzata ideale?
Poi in quante di queste volte vi siete trovati a leccarvi le ferite perché più o meno improvvisamente quell’entusiasmo è naufragato insieme alla persona con la quale sembrava doveste percorrere un lungo cammino insieme….?
Non mi voglio dilungare sul Casanova classico bensì desidero condividere una riflessione su chi , uomo o donna che sia, di fatto si atteggia nella vita come Casanova e, attraverso giochi di magia e illusionismo è capace di catturare chi incontra e trattenerlo in una sorta di sequestro cosciente dal quale pero’ possono derivare talvolta anche conseguenze estreme.
Il fulcro di tutto sta nelle indubbie doti del Casanova di convincerci che lui e solo lui ha la chiave giusta per aprire quella porta , che sia appunto il cuore, un progetto professionale o un vuoto affettivo e poi quando arriva la delusione, è talmente abile nel suscitare in noi il dubbio fino anche, addirittura, il senso di colpa.
La cronaca ci parla sempre più spesso di omicidi ( es. femminicidi) che si sviluppano in contesti apparentemente innocui , nei quali in teoria dovremmo tutti sentirci protetti ed al sicuro, invece, proprio lì , tra le mura domestiche, si nasconde il nemico e spesso, è il compagno di vita, marito, padre e amante. Segreti, problemi più o meno gravi, liti, abbandoni e riconciliazioni poi la calma, apparente, ed infine le cose precipitano e accade il peggio. Il dramma. Una vita viene spezzata per sempre insieme ad altre vite che tuttavia continuano ad alzarsi e ad andare a letto perché così deve essere, ma a che prezzo?
Chi rimane si distrugge dal senso di colpa: potevo capire, dovevo capire, avrei potuto evitare? Credo che sia difficile per chi rimane, come nel caso dei genitori di tutte quelle donne uccise dai loro compagni di vita, poter evitare, prevenire o prevedere perché in fondo nelle relazioni le dinamiche sono complesse e non sempre è cosa facile anzitutto capire e poi addirittura impedire trattandosi di adulti che in ogni caso sono in grado di autodeterminarsi.
Piuttosto credo invece possibile poter evitare tutte quelle situazioni che, senza arrivare agli atti efferati di cui sopra, in qualche modo ci complicano la vita costringendoci a brusche frenate, retromarce repentine o delusioni cocenti. Non si puo’ evitare la sofferenza ma una certa dose che noi stessi ci procuriamo credo sia evitabile e forse questa consapevolezza è giunta ad un’età in cui fatti alcuni bilanci e suddivise le esperienze in un mastrino con il dare e l’avere o se vogliamo costi e ricavi, le conclusioni appaiono abbastanza ovvie.

Analizzando e ripercorrendo appunto tutta la mia vita, personale e professionale mi sono accorta che le più grandi delusioni e i più grossi fallimenti li ho incontrati dopo essermi affidata a coloro che sono affetti dalla sindrome dell’ottimismo casanovesco, ossia coloro che hanno l’innamoramento facile: per una persona, per un progetto, per un lavoro, per qualsiasi cosa. Sono persone che non hanno una mente razionale e spesso sono portate ad utilizzare la pancia o il cuore per la maggior parte delle loro decisioni. Sono persone pericolosissime. Al contrario i maggiori successi in tutti i campi li ho raggiunti quando l’incontro con l’altro, a qualsiasi titolo ha seguito un percorso di lenta e ponderata conoscenza, di approfondimento, di analisi, di vissuto… ed anche di razionale emozione.
Purtroppo che ci piaccia o no il tempo è una variabile imprescindibile, in alcuni casi addirittura non è mai sufficiente e per questo dobbiamo diffidare da chi dice di amarci dopo il secondo appuntamento, da chi dice al primo incontro che il nostro progetto è perfetto, bellissimo e non vede l’ora di iniziare, da chi appena conosciuto ci chiama venti volte al giorno perché afferma di aver finalmente trovato l’amica/o del cuore. Con molta probabilità, chi al secondo appuntamento dice di amarci lo starà dicendo ad altre/i cinque oppure tempo due mesi massimo incontrerà un’altra/o che gli farà provare cose che non credeva possibili e sparirà come neve al sole, chi impazziva per il nostro progetto, improvvisamente avrà altre cose prioritarie di cui occuparsi e pur sinceramente dispiaciuto non potrà più collaborare oppure, nella peggiore delle ipotesi, ci lascia il suo numero di telefono ma stranamente quando lo chiamiamo non risponde mai ( eppure saltava sulla sedia mentre glielo esponevamo) e chi ci chiama venti volte al giorno, arriverà un giorno che avrà, giura, senza volere, avrà tuttavia smarrito il nostro numero quella volta che il telefono durante un aggiornamento ha cancellato l’intera rubrica…
Ho capito che le parole d’ordine per me nella vita sono: equilibrio, razionalità, rispetto e affidabilità . La conseguenza di queste parole è l’amore, quello vero: per una persona, per un progetto o per un compagno di vita.
Se una persona si innamora facilmente di noi allora probabilmente l’avrà fatto altre volte altrettanto facilmente e facilmente lo rifarà perché non si è innamorato di noi col tempo conoscendo di noi non solo pregi e bellezza ma anche difetti e spigolature.
Se una persona sposa un nostro progetto professionale senza averlo ponderato attentamente analizzando più i rischi che i vantaggi allora stiamo correndo un grosso pericolo, come quello di puntare alla roulette: o tanto bene o tanto male.
Se abbiamo un vero amico, difficilmente lo è diventato nello spazio di una manciata di cene o di aperitivi e se lo è accetterà le nostre critiche senza offendersi, sarà disponibile per noi in qualsiasi ora del giorno e della notte, non criticherà le nostre scelte per invidia o gelosia ma sarà sempre dalla nostra parte pur facendoci presente il suo punto di vista. Con lui si potrà parlare di tutto , perfino litigare senza mettere mai in discussione l’affetto reciproco. Un amico ci difende dalle cattiverie altrui, un amico è colui al quale possiamo raccontare le nostre cose più segrete sapendo che le custodirà ad ogni costo e mai farà chiacchiere su di noi.
Queste considerazioni , per me oggi da sussumere sotto leggi scientifiche, le avevo sotto gli occhi da tanti tanti anni ma forse sono dovuta arrivare fin qui per capire che solo il tempo, l’equilibrio, la pazienza e il raziocinio possono condurre a qualcosa di inestimabile valore come vivere relazioni e concederci solo a chi ci rispetta e ci stima, avere un lavoro appagante costruito in anni di fatiche e perseveranza , godere di amici , pochi forse, ma sempre presenti con un gesto una parola , un’azione al momento giusto e senza bisogno di continue testimonianze o parole buttate al vento.
Ora ho capito…
Nel lontano 1999 precisamente a giugno di quell’anno, una persona a me carissima che adoravo come e più di una divinità , un bel giorno giunse a casa mia con un dono e un biglietto. Il biglietto, il vero dono, diceva : “se nella vita saprai valutare ogni cosa attentamente, non crederai ai feticci e non ti farai incantare dalle chimere allora sarai destinata ad essere felice ma…pazienza…molta pazienza.”
Quel biglietto non lo compresi lì per lì, non capivo cosa volesse dirmi ma lo tenni comunque sempre con me…per l’immenso affetto che mi legava a quella persona.
Sei mesi più tardi, quando venne a mancare, troppo giovane, troppo presto, e troppo in fretta lasciandomi un vuoto incolmabile capii il significato di quel dono e quelle parole , ancora troppo vaghe divennero tuttavia più importanti che mai perché erano la sua eredità per me. Oggi non solo è tutto incredibilmente chiaro ma è come se mi leggesse quella frase lui stesso, con la sua voce calda e con lo stesso tono protettivo e affettuoso che aveva quando mi parlava. 

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