Domanda : Dottore ho trovato questo articolo e mi sono terribilmente impressionata. Secondo questo medico gli psicofarmaci sarebbero veramente dannosi. Io li sto assumendo per curare il disturbo di panico, cosa devo fare?
Grazie, K.
Articolo: httpss://www.ccdu.org/comunicati/psicofarmaci-inferno-personale
Risposta. Ci risiamo, ancora un articolo contro gli psicofarmaci. Non credo esista classe di farmaci più vituperata e tanto chiacchierata, spesso a sproposito, come questa. Questa volta a scriverlo non è lo psicoterapeuta di turno o il naturopata ma il tutto nasce dalla mente di un chimico “pluripremiato”. L’autore è un certo Shane Ellison, una sorta di chimico “pentito” che dopo avere lavorato anni per una multinazionale del farmaco ed aver fatto “alcune sorprendenti scoperte sugli psicofarmaci”, è oggi a capo di una società, la People Chemist, che vende prodotti, in pratica multi vitamine, creati in laboratorio, in grado di curare, come è possibile leggere sul suo sito, tutte le malattie dell’uomo.
Forse troppo preso dagli addominali della moglie il nostro chimico inanella una serie di inesattezze, utilizza frasi ad effetto allo scopo di terrorizzare il lettore e, cosa ancora più grave, maschera il tutto sotto una facciata di scientificità. Vediamole alcune di queste “verità”: niente nel corpo è selettivo (cosa significa?), chi usa gli antidepressivi non trova la felicità anzi diventa cattivo e violento. E a proposito degli antipsicotici Shane ne denuncia la prescrizione nei “cosiddetti schizofrenici” (perché cosiddetti?), affermando che impediscono le normali funzioni cerebrali. Ma è “normale” l’ideazione di un paziente affetto da una psicosi? In ultimo ci sono gli ansiolitici, una mazza di legno che si abbatte sul cervello e che hanno come unico effetto quello di metterti a dormire. Ma è al corrente Shane che la prescrizione degli ansiolitici non è specificamente quella dei sonniferi e che nei disturbi del sonno si utilizzano da anni prevalentemente molecole non benzodiazepiniche?
Una cosa mi sembra chiara; Shane non ha mai parlato e forse neanche visto un malato di depressione, di disturbo d’ansia o di attacchi di panico o uno psicotico. Perché quello che il chimico ignora è che stiamo parlando di malattie, e non di modi diversi di vivere la realtà, malattie che colpiscono il sistema nervoso centrale, come la ricerca scientifica, quella vera, ha dimostrato attraverso studi di genetica e di neuroradiologia e neuro-biochimica.
Ed allora, essendo malattie, vanno curate con i farmaci al pari dell’ipertensione arteriosa o del diabete, se si vuole restituire dignità ed una qualità della vita migliore a chi purtroppo ne soffre. Gli psicofarmaci sono per principio cattivi, fanno male perché hanno una marea di effetti collaterali, ti rendono dipendente e perciò vanno demonizzati.
Perché però ad esempio, non si parla dell’abuso degli antidolorifici nel trattamento della cefalea, responsabile di una forma di mal di testa classificata, non molti anni fa, come “cefalea da abuso di analgesici”? (le linee guida internazionali definiscono abuso l’assunzione di più di 10 analgesici al giorno). E come mai molti di questi farmaci sono considerati da banco ed addirittura pubblicizzati sui media? Provate a leggere il bugiardino dell’aspirina o dei farmaci per abbassare il livello del colesterolo nel sangue, oggi tanto di moda. Vi assicuro che i danni derivanti dal cattivo uso di questi farmaci non è inferiore a quello degli psicofarmaci, eppure nessuno li demonizza.
Da neuroscienziato so perfettamente che gli psicofarmaci (forse se gli cambiassimo nome farebbero meno paura) hanno effetti collaterali, alcuni anche rilevati, ma questo, è indubbio, vale per tutti i farmaci “veri” quelli cioè realmente efficaci.
Come si arriva alla prescrizione corretta di uno psicofarmaco? Il primo passo è la diagnosi che il medico esperto, neurologo o psichiatra, formula sulla base della valutazione clinica, della storia del paziente perché è fondamentale che il medico conosca la persona che ha davanti. La prescrizione del farmaco è il passo successivo, prescrizione che deve essere sempre “individualizzata” ed accompagnata dalla informazione corretta sulle modalità di assunzione, i benefici attesi e la presenza di effetti collaterali. Non è vero che gli psicofarmaci danno dipendenza se prescritti ed assunti correttamente, per il giusto periodo di tempo e scalati, al termine, gradualmente, si comportano non diversamente da tanti altri farmaci in commercio. Quello che un medico specialista ha l’obbligo di fare è contrastare l’abuso degli psicofarmaci, l’utilizzo di dosaggi spesso troppo elevati e per periodi lunghissimi la prescrizione “facile” per disturbi sovente legati a situazioni esistenziali, problematiche di natura familiare che possono avere soluzioni diverse, ma anche il “fai da te” e la cattiva informazione che arriva da molti siti internet o da santoni mascherati da esperti.
Un esempio negativo, l’unico che parzialmente mi trova d’accordo con Shane, è quello del Ritalin, farmaco prescritto per la sindrome da inattenzione ed iperattività del bambino spesso, soprattutto negli Stati Uniti, in modo non corretto, ad alti dosaggi e perciò “abusato”, ma che usato da esperti preparati e limitatamente a casi clinici realmente accertati, è in grado di apportare significativi benefici.
Alla fine resta da risolvere una questione; come pensa Shane di aiutare chi soffre di ansia o di depressione vista l’impossibilità di utilizzare gli psicofarmaci? La risposta ce la da il nostro chimico, ed è, penso, il suggello finale di tutto lo scritto. La verità è, fortunatamente per tutti noi, nella “Citizen Commission on Human Right (un’associazione statunitense gemella del CCDU – Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani) che fa luce sulle nefandezze prodotte dagli psicofarmaci” che altro non è che una appendice della chiesa di Scientology che ha nel suo credo la negazione dell’evidenza, la negazione della utilità delle molecole ai fini terapeutici, che vanno sostituite con le procedure descritte da Dianetics. Andate a leggere cosa sono Scientology e Dianetics.