prontointerventopanico

E’ COME SE…

Tutto è pronto. Passeggeri a bordo, hostess ai loro posti e pilota e copilota in cabina. Si puo’ decollare ed iniziare il volo: il tempo lungo la rotta prevista sembra buono e non si prevedono turbolenze.
Ad un tratto un allarme si accende, attirando l’attenzione dei piloti. I comandi non rispondono, l’aereo perde quota e si aprono scenari drammatici che nell’arco di pochi minuti possono determinare la morte di centinaia di persone. I piloti raccolgono tutte le loro energie, chiamano all’appello la loro esperienza e tentano in tutti i modi di riprendere il controllo ; quando sembra che ormai non ci sia più niente da fare , tentano l’ultima carta in una manovra estrema e il meccanismo inceppato riprende a funzionare; avvisano la torre di controllo più vicina e riportano il bestione con tutti i passeggeri sani e salvi a terra…

Guardando e riguardando per decine di volte cio’ che accade durante un incidente aereo mi sono spesso riconosciuta in quel pilota che , padrone di un mezzo potente di cui conosce praticamente tutto e che governa solitamente con leggerezza e semplicità , improvvisamente si sente tradito , intrappolato, impotente: nulla risponde più ai suoi comandi, vorrebbe effettuare una manovra ma non riesce, la perfetta sintonia si trasforma in una battaglia per avere la meglio uno sull’altro e gli alleati sembra diventino nemici.

Chi conosce il panico si sente come quel pilota : la mente ed il corpo improvvisamente non collaborano, si accende un allarme e qualcosa che prima era in equilibrio perfetto ed in perfetta sintonia d’un tratto cede al caos. La mente non governa il corpo e il corpo non collabora con la mente.
Nessuna turbolenza in vista, nessun guasto , eppure qualcosa smette di funzionare come dovrebbe e in pochi minuti incontri la morte, ne sei convintissimo, non hai scampo, nonostante tu combatta, nonostante tu tenti il tutto e per tutto per evitare il peggio: fuggi, chiedi aiuto, ti aggrappi, fai appello a tutta la razionalità possibile che tuttavia sembra svanita per sempre.
Poi …. riesci a riprendere il controllo, l’emergenza rientra e il pericolo è scampato.
Di panico non si muore ma …”è come se…” ed è una sensazione drammatica, irreversibile, esattamente come quella di quei passeggeri che per alcuni lunghissimi ed interminabili minuti hanno visto la morte in faccia certi che da quell’aereo non sarebbero usciti vivi e quella sensazione non li abbandonerà mai più per tutta la vita, o come quella di quei piloti che dal nulla si sono trovati a dover gestire un’emergenza senza sapere da dove provenisse, quale ne fosse la causa e come ( e se…) poterne uscire.

Chi incontra il panico non dimenticherà mai dov’era al prima attacco E cosa stava facendo . Sono sensazioni che rimangono scolpite nella memoria per sempre e spesso non solo nella memoria…

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