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ALCOL E DROGHE A CONFRONTO

Domanda: La scienza dice anche che l’alcol ha effetti devastanti per il cervello, il fegato e molti altri organi del corpo umano. Inoltre, dati alla mano, l’alcol (che crea forte dipendenza) con le cause ad esso relative è responsabile della morte di circa 20.000 persone l’anno (se non erro terza causa di morte assoluta in italia). Tutte le droghe insieme e cause ad essere relative, arrivano circa a 5.000 morti. Tra esse, nessuna (e nella storia si contano sulla punta della mano) è causata dalla Cannabis. Quindi i proibizionisti dovrebbero perlomeno prendere in considerazione che prima della Cannabis, sarebbe l’alcol a dover essere di gran lunga proibito. Eppure nessuno si muove in questo senso. Pare piuttosto schizofrenico come ragionamento: proibiamo una sostanza molto diffusa, che non ha (quasi) mai causato morti, promuoviamo, pubblicizziamo, sosteniamo una sostanza molto diffusa che ne causa 20.000 all’anno.
Secondo:
Legalizzare la cannabis come hanno fatto in Uruguay è un atto concreto alla lotta alle mafie di ogni genere…l’alcool può fare altrettanti danni se non peggio…io sarei per una legalizzazione ad uso terapeutico visto che ormai è dimostrato scientificamente che è un vero farmaco…la morfina è un derivato dell’oppio o no? L’alcool e il fumo ormai fanno parte della nostra quotidianità e nostra cultura…la cannabis no…io metterei un uso personale sotto la quale soglia non è perseguibili…io da farmacista…vedo che fà più danni l’alcool o altre droghe…e ormai più che alla cannabis di per se c’è da stare attenti da dove viene…se hanno alti contenuti di THC sono botte al cervello…se fossero in coffee shop legalizzati si avrebbe una certezza d’uso…tanto chi si vuole fare le canne se le fa lo stesso…. Vitor

Risposta: Rispondo alle due interessanti osservazioni, strettamente collegate tra loro.
Per prima cosa permettetemi di dire che i numeri delle vittime di questa moderna strage sono comunque impressionanti, sia quelli riferiti alle droghe sia quelli riferiti all’alcool. Per questa seconda sostanza sono certo che il numero dei decessi attribuibili al suo uso ed abuso sia maggiore e che ad esso vadano aggiunti i costi sociali per ricovero, le malattie croniche, gli incidenti stradali provocati da individui in stato di ebbrezza, gli incidenti sul lavoro, gli episodi di violenza ed aggressività con le ben comprensibili ripercussioni sulla vita personale e familiare.
E’ interessante leggere i dati pubblicati dal National Drug and Alcohol Research Centre dell’Università del New South Wales di Sydney, sulla rivista Lancet: circa 200 milioni di persone nel mondo, da un minimo di 149 ed un massimo di 271 milioni, fanno uso di droghe. Questo vuol dire che 1 persona su 20, nella fascia di età compresa tra i 15 ed i 64 anni consuma sostanze tossiche. Le droghe considerate nell’indagine sono gli oppioidi, le amfetamine e la cocaina, ma non l’alcool ed il tabacco. Nello specifico dell’indagine, emerge che 125-203 milioni di persone nel mondo usano la cannabis, 14-56 milioni le amfetamine, 14-21 milioni la cocaina e 12-21 milioni gli oppioidi.
Rimane estremamente alto il numero di morti per droga, circa 250.000 ogni anno, contro le 2,25 milioni di vittime per l’alcool e i 5,1 milioni di morti per il tabacco.
Visti così questi numeri, i morti per droga sono “appena” un decimo di quelli da abuso di alcool. Perché allora l’alcool è legale e le droghe cosiddette leggere non lo sono?
Per rispondere bisogna tener conto degli aspetti storici, culturali, sociologici ed economici legati al suo consumo di bevande alcoliche. Diciamolo chiaramente siamo tra i maggiori produttori ed esportatori al mondo di vino, il giro di affari è enorme e dobbiamo altresì ammettere che oggi è una delle poche industrie italiane che funziona. E poi c’è la tradizione popolare tramandata nei secoli che attribuisce all’alcool capacità stimolanti , energetiche e socializzanti, sollecitate dalla pubblicità che ovviamente trascura i danni diretti ed indiretti dell’alcool. Le droghe “leggere” che ripeto tali non sono dal momento che ne conosciamo gli effetti sul sistema nervoso centrale, soprattutto quando viene assunta in adolescenza, sono illegali ed il loro spaccio è punito, con modalità diverse, come quello delle droghe “pesanti”.
Vendere alcolici non è vietato.
Quindi alcool e cannabis sono sullo stesso livello? In realtà, se restiamo sul terreno dell’obiettività, sappiamo dalla letteratura scientifica che l’alcool, assunto saltuariamente , in piccole quantità, a stomaco pieno e ponendo attenzione alla capacità individuale di metabolizzarlo, non solo non è dannoso, ma può avere effetti benefici ad esempio sul sistema cardiovascolare. Non esiste un solo lavoro scientifico che dimostri che le droghe leggere, indipendentemente dalla quantità assunta, facciano bene. La ricerca scientifica ha dimostrato invero l’efficacia della marijuana nel trattare i sintomi di alcune malattie quali la sclerosi multipla, l’emicrania, gli spasmi muscolari ed altre, ma stiamo parlando di malattie per curare le quali si prescrivono farmaci. Che cosa è un farmaco? Qualsiasi sostanza, inorganica o organica, naturale o sintetica, capace di produrre in un organismo vivente modificazioni funzionali, utili o dannose, mediante un’azione chimica, fisico-chimica o fisica (è termine più ampio di medicamento, riservato, questo, ai soli farmaci diretti a ricondurre alla norma una funzione patologicamente alterata o a favorire i processi riparativi di una lesione).Dunque se la marijuana è un farmaco deve essere prescritto a chi è malato e non può, proprio per le sue peculiari caratteristiche, essere considerata una sostanza innocua, che tutti, adolescenti in primo luogo, possono assumere senza rischi per la loro salute.
Ed è soprattutto agli adolescenti che dovremmo pensare con maggiore sensibilità, tanti ragazzi fumano spinelli inconsapevoli degli effetti negativi, troppi ragazzi bevono quantità eccessive di alcolici, birra, vino, superalcolici ed alcolpop, bevande alcoliche a tutti gli effetti per il loro contenuto di alcol etilico ma spacciate, è il caso di dirlo, come succhi di frutta. 

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