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BAMBINI NEL…PANICO!

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Mio figlio di dieci anni ha avuto due episodi che sono stati inquadrati dal medico di base come attacchi di panico e ha consigliato se dovessero continuare di rivolgermi ad uno psicologo.Cosa mi consiglia di fare? E noi genitori come possiamo comportarci? Grazie.

Risposta:
Anche i bambini soffrono di attacchi di panico e purtroppo, stando ai dati epidemiologici, il loro numero è in aumento. Per loro, così come per gli adulti, vale il concetto più volte ribadito che il disturbo da attacchi di panico, quando effettivamente presente, è una malattia con alla base una predisposizione genetica.
Cosa c’è dietro? Ansia di separazione, quella sensazione di angoscia eccessiva che assale questi bambini non solo quando sono lontani dalle persone care e dagli ambienti familiari, ma anche quando pensano, in modo del tutto immotivato, che questo possa accadere; fobie, anche di tipo cosiddetto sociale, come la paura di sfigurare ed essere perciò derisi, a scuola o nelle competizioni sportive o anche nei semplici giochi di gruppo; traumi gravissimi vissuti in prima persona. Certo non è facile diagnosticare il disturbo da attacchi di panico in un bambino; è difficile per lui descrivere i sintomi che sono in genere di natura fisica come nausea, vomito, mal di testa e la collaborazione dei genitori è perciò, in tutte le fasi del percorso terapeutico, fondamentale. Spesso nei bambini gli attacchi si presentano di notte durante il sonno, sotto forma di incubi terrificanti. La diagnosi deve essere la più precoce possibile e deve essere formulata da uno specialista sulla base di precisi criteri diagnostici e dopo una attenta valutazione e dopo avere escluso altre possibili cause. Vale la pena, vista la delicatezza del problema, ricordare che esistono bambini insicuri, timidi, più “coccoloni” o “paurosi” che non per questo soffrono di attacchi di panico. Cosa fare? Gli attacchi di panico vanno curati anche nel bambino e questo soprattutto per evitare comportamenti che lo possano isolare dal contesto sociale; rifiuto ostinato di andare a scuola, isolamento dai coetanei, incapacità a rimanere soli in una stanza e l’insorgere, negli anni successivi, di gravi patologie di tipo psichiatrico. La terapia di prima scelta, su indicazione del medico specialista, è la terapia cognitivo comportamentale che si è dimostrata scientificamente efficace. In casi particolari, sempre su prescrizione dello specialista si ricorre ai farmaci. Naturalmente parliamo dei casi più gravi come ad esempio gli attacchi di panico ad insorgenza notturna che sconvolgono il sonno del bambino. I farmaci più adatti sono gli inibitori selettivi della serotonina, a dosaggi e per periodi di tempo rapportati all’età ed alla gravità della sintomatologia. Due cosa voglio aggiungere a conclusione di questa risposta. La prima, senza creare inutili allarmismi, è che forse anche i nostri bambini oggi possono essere “stressati”, le loro giornate sono troppo piene: la scuola, le attività sportive, i video giochi, la televisione e forse troppo poco spazio per la fantasia o l’ozio e noi genitori non ci accorgiamo che forse pretendiamo troppo da loro. La seconda, importantissima, ricordiamoci che spesso negli adolescenti, bambini fino a pochi anni prima, il primo attacco di panico coincide con il primo spinello.

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