Linus (quello dei Peanuts) aveva la sua coperta, Pavarotti il suo fazzoletto, e qualche necrofilo si porta appresso una zampa di coniglio… Tutto sommato se io giro con la mia boccetta di ansiolitico (scaduta da almeno un anno) non sono poi tanto strana, no?
La mia boccettina con la sua bella etichetta consumata in cui nemmeno si legge più il nome del farmaco, alo solo guardarla mi rassicura. Certo, obietterà qualcuno: basta che la guardi perché se ti cali una goccia finisci diretta al pronto soccorso intossicata. Embè, dico io (che dico spesso embè quando la mia logica discutibile si schianta contro la realtà incontrovertibile) che mi frega se è scaduta: il suo effetto di tranquillante lo assolve benissimo e alla fine è nata per questo, quindi lode a lei alla mia boccetta di Linus.
Del resto sono abbastanza certa di non essere la sola che gira con un farmaco che sarebbe da cestinare (sìsì negli appositi raccoglitori davanti alle farmacie) e giuro che in un paio di occasioni, animata da insolito coraggio, ci ho anche provato. Ho messo la mano nella borsetta (eufemismo chic per descrivere quel pozzo senza fondo che mi porto appresso e in cui si possono trovare, a cercar bene, anche le sorgenti del Nilo), ho ravanato per un minuto buono e zac, ho trovato lei, la mia boccettina di vetro che vagava senza meta tra fazzoletti e agendine. Al solo prenderla tra le mani mi sono sentita addosso una pace che nemmeno uno yogi di quelli che dormono sui chiodi arrugginiti… Così l’ho lasciata là dove stava, sentendomi anche un po’ in colpa per il solo avere pensato di abbandonarla in un bidone.
E del resto io l’ansia ce l’ho ancora: ce l’ho quando guido (ed ecco spiegata la scelta della foto del blog: io in macchina ferma in un ingorgo autostradale… Ommiodddio). Considerato che mi macino circa una centinaio di chilometri al giorno per andare al lavoro, direi che tutto sommato non me la cavo neanche male… Vero?