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Alla sbarra… il Panico!!

PANICO: L'ALIBI PERFETTO

Ogni giorno il panico viene tirato in ballo come una sorta di esimente o rifugio per nascondere ...ben altro.
Nessuno e sottolineo nessuno dei tanti giornalisti , opinionisti , conduttori ecc...si sofferma mai a considerare quale gravità porti in sé il messaggio che fanno passare. I casi di cronaca si sprecano e ne parliamo con uno dei nostri principali punti di riferimento , il neurologo Francesco Cesarino ( foto in basso a destra).
Dottore ma come è possibile che ogni giorno e per qualsiasi nefandezza si chiami sul banco degli imputati non il reo bensì il panico? Vogliamo chiarire una volta di più che chi soffre di panico e SOLO di panico non è nè un violento, nè un assassino, nè uno che commette gesti folli?
Vorrei partire da un recente caso di cronaca.
"Il racconto è noto ormai credo a tutti, in breve : un padre, evidentemente distratto, “perde” tra la folla il figlio di 3 anni. Alex, questo il nome del papà del piccolo, inventa, per coprire la sua grave distrazione, un falso rapimento da parte di uno zingaro con tanto di inseguimento e scazzottatura finale. Il bambino, come mostrano le telecamere, 5 minuti dopo il rapimento è in braccio alla madre, tranquillo.
Interrogato dai carabinieri confessa di essersi inventato tutto “Ho ritrovato mio figlio, da solo, davanti a una panetteria - ha ammesso - e ho avuto paura: dopo il ritrovamento una signora mi ha detto che mi avrebbero tolto il piccolo perché si trattava di abbandono di minore...». Ora Alex rischia un processo per procurato allarme.
Fin qui la cronaca dell’accaduto, una storia che si allinea ad altri avvenimenti simili del recente passato, non tutti a lieto fine, come in questo caso. Quello che mi ha sconcertato è stata la dichiarazione dell’avvocato che, nel corso di una trasmissione in uno dei tanti salotti televisivi, ha in qualche modo giustificato, o tentato di giustificare, il comportamento del proprio assistito dal momento che “soffre di attacchi di panico ed è seguito per questo in un centro specializzato”.
Quale è la tesi che il legale vorrebbe far passare? Che Alex ha avuto un attacco di panico nel corso del quale si è dimenticato il bambino? Al “risveglio” dal brevissimo attacco di panico ha lucidamente inventato un rapimento da lui stesso sventato. Teoria del tutto improbabile e priva di scientificità. Oppure che chi soffre di attacchi di panico ha una personalità, tale che può portarlo a commettere errori così gravi? Non commento.
Non ho motivi per dubitare del fatto che Alex soffra di questa malattia e che sia spero adeguatamente curato, ma questa condizione non può e non deve giustificare quella che appare essere una grave disattenzione, un atto di incoscienza del quale rispondere alla propria coscienza di uomo e di padre.
Alex ha avuto paura, emozione perfettamente comprensibile in quel contesto, così come giustificabile è “l’invenzione” del rapimento per liberarsi dalla responsabilità dell’accaduto, che è totalmente sua.
Ancora una volta si cade nell’errore di confondere la paura, “normale” reazione umana e non solo, davanti ad una situazione di pericolo reale con il panico, una malattia scientificamente dimostrata che si caratterizza per l’insorgenza improvvisa di sintomi simili a quelli della paura ma in assenza di un pericolo reale e che in quanto tale va diagnosticata e curata da specialisti, facendo ricorso ad una corretta terapia farmacologica.
Ciò che ritengo ancora più preoccupante è constatare come negli ultimi tempi, vedi il caso Grignani, l’attacco di panico stia diventando la giustificazione di comportamenti , fuori dalla normalità e spesso clamorosi, addebitabili semmai a disturbi di personalità, che vanno comunque sempre compresi ed eventualmente curati."

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